TSM: il 2021 sancirà l’insostenibilità economica e ambientale del progetto. Si vada verso il riconoscimento del reale valore del Terminillo.

All’alba del 2021, l’annuncio del parere dell’Area Valutazione d’Incidenza della Regione Lazio al Piano di interventi denominato Terminillo Stazione Montana ha fatto brindare tutti i promotori del TSM al successo, in una rincorsa a prendersi il merito di un’autorizzazione che ancora non c’è.

Un parere pubblicato tra spumanti e panettoni, ma che presenta molti passaggi incomprensibili e inaccettabili, primo fra tutti la mancata firma del Dirigente dell’Area Vinca. Il documento è oltretutto debole in molti punti e con aspetti dichiaratamente non valutati aprendo così la possibilità di distruggere svariati ettari di faggeta in Vallonina, in parte tutelati anche dalla Rete Natura 2000, contraddicendo i pareri del 2010 e del 2015 con i quali la stessa Area Vinca aveva bocciato il progetto nella sua interezza.

Come associazioni che seguono da anni il procedimento di VIA, anche con diverse proposte che avrebbero da tempo consentito lo sblocco dei fondi regionali a favore di un rilancio sostenibile per il Terminillo, abbiamo di conseguenza presentato formale diffida agli organi competenti a concludere il procedimento con pareri privi di validità o non ancora acquisiti e senza tenere conto dell’annullamento del Piano Paesistico della Regione Lazio, ad opera della Corte Costituzionale pochi mesi fa, e di numerose autorizzazioni invalidate dall’evoluzione della normativa nei sei anni del procedimento.

L’unica buona notizia che accogliamo favorevolmente è quella del riconoscimento dell’impatto estensivo sulla faggeta, come già evidenziato dalle nostre osservazioni, che ha portato al parere negativo sul collegamento tra la Sella di Cantalice e gli impianti di Campo Stella in Vall’Organo con numerose prescrizioni sugli interventi rimanenti.

Il riconoscimento del valore estensivo delle faggete e dell’annullamento di un Piano Paesistico, che è stato bocciato proprio per la mancanza di una sufficiente tutela delle “Terre Alte” dalle speculazioni legate all’ampliamento degli impianti sciistici, riteniamo non potrà che portare ad ulteriori pareri negativi in sede di valutazione finale della compatibilità ambientale.

Se così non sarà, le associazioni sono pronte a ricorrere, nelle sedi appropriate, contro ogni atto che possa minare la tutela dei beni ambientali e comuni del territorio del comprensorio del Terminillo.

Un futuro migliore per il Terminillo è possibile. La saturazione del mercato dello sci da discesa nelle poche stazioni ad alta quota rimaste sta spingendo verso la diversificazione del business della montagna con un coinvolgimento sempre più intenso del tessuto dei centri in rete sul territorio. Ce lo ha dimostrato l’assalto che abbiamo visto nella fase Covid, ad impianti fermi, con centinaia di persone alla ricerca di natura, buon mangiare e benessere. Ma bisogna essere pronti ad accogliere queste nuove opportunità con servizi e strategie adeguate.

Infine la petizione consegnata in regione Lazio con 15.000 firme (luglio 2020) e oggi a quota 17.000 è stata rilanciata. Invitiamo tutti ad aderire perché ognuno di noi possa salvare il bosco della Vallonina.

www.change.org/p/regione-lazio-salviamo-terminillo-fermiamo-un-progetto-inutile-e-dannoso-notsm

Un altro Appennino è possibile

Una tavola rotonda sul futuro del Corno alle Scale, dell’Appennino e della montagna tutta: la tutela del paesaggio, la vita all’aria aperta e l’attività fisica come scelte irrinunciabili per superare questa crisi e tutte le crisi che verranno.Un’occasione per ripensare a noi stessi e al nostro rapporto con gli ambienti in cui viviamo.Tante voci, nessun logo.
Perché l’Appennino è uno.
E la montagna è di tutti.


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Dialogo conPaolo Piacentini, autore del libro “Appennino atto d’amore” e Presidente Nazionale FederTrek

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Interverranno:
LUCA MERCALLI – autore del libro “Salire in montagna”
MICHELE SERRA – giornalista
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Coordina Paolo Carati
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Relatori presenti:

🔺 FAUSTO BONAFEDE – WWF

🔺 MAURIZIO FABBRI – Presidente Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese

🔺 SALVATORE DI RUZZA

🔺 FABIO VALENTINI – Mountain Wilderness Schweiz

🔺 BARBARA PANZACCHI – Presidente Unione dei comuni Savena-Idice

🔺 ANDREA GARREFFA – cofondatore 6000 sardine

🔺  Pierluigi Musarò – direttore Itaca migranti e viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile

🔺 VITTORIO MONZONI- Legambiente Onlus

L’ANNULLAMENTO DEL PIANO PAESAGGISTICO DEL LAZIO GETTA NUOVE OMBRE SUL TSM

Anche le forzature sulla disciplina dei paesaggi montani hanno contribuito all’annullamento del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio; una occasione per ripensare le strategie per le montagne del Lazio e arrestare la devastazione del Terminillo

La Corte Costituzionale, con sentenza pubblicata pochi giorni fa, ha annullato il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) del Lazio, e lo ha fatto perchè la Regione Lazio ha violato il principio di leale collaborazione tra istituzioni.

Il testo del PTPR concordato con il MiBACT come legge impone, infatti, avrebbe dovuto essere approvato tal quale dal Consiglio Regionale, che di converso ha licenziato un testo modificato in più parti e contenente norme che  scardinano l’obbligo di copianificazione Stato-Regione e che allentano le tutele di molti beni paesaggistici tra cui le aree montane, dove il PTPR manomesso avrebbe consentito la realizzazione di impianti sciistici, impianti di innevamento artificiale e attrezzature ricettive al di sopra della fascia dei 1200 metri.

Questa disattenzione nei confronti della tutela paesaggistica della montagna purtroppo non sorprende.

Da anni – attraverso le ripetute osservazioni presentate nell’ambito delle procedure di VIA del progetto Terminillo Stazione Montana (TSM) – il Comitato del #noTSM ha rilevato come la Regione Lazio interpretasse in maniera ingiustificatamente estensiva le norme del PTPR, e come tali interpretazioni collidessero in maniera sostanziale anche con le Direttive Comunitarie, il tutto per consentire la realizzazione di un progetto devastante per il paesaggio e per l’ambiente, economicamente fallimentare e posto fuori dal tempo dal climate change.

Duole constatare che fino ad oggi questa insensibilità regionale è stata sostanzialmente condivisa dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Frosinone, Rieti e Latina, che ha già emesso parere paesaggistico positivo sul TSM nonostante al tempo di formazione dell’atto fossero in vigore le norme più restrittive di quelle successivamente manomesse dalla Regione Lazio.

Il nostro auspicio è che questa vicenda spinga la Regione Lazio a considerare con maggiore consapevolezza la tutela paesaggistica del suo territorio, e che tale consapevolezza si estenda anche alle strutture periferiche del MiBACT.

La montagna italiana senza neve

La montagna italiana senza neve

Il riscaldamento globale riduce l’innevamento ma si costruiscono ancora impianti di risalitaAldo CucchiariniInes MillesimiLuigi CasanovaPaolo Paci
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Il cambiamento climatico sta trasformando radicalmente il modo in cui possiamo “vivere” la montagna. Nonostante l’innalzamento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni si moltiplicano in tutta Italia, dalle Alpi agli Appennini, progetti per realizzare nuovi impianti di risalita per favorire lo sci di discesa. L’incontro offre la possibilità di analizzare il problema a partire da tre “casi studio” esemplari, per ripensare la fruizione della montagna.

Con esperti e attivisti: Luigi Casanova e Aldo Cucchiarini di Mountain Wilderness, Ines Millesimi di Italia Nostra.

Modera Paolo Paci, direttore scientifico della testata Meridiani Montagne (a partire dal numero di gennaio 2021)

Organizzato da: Insieme nelle Terre di mezzo Onlus

I proponenti del TSM continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La replica al nostro comunicato sulla Fabbrica dei debiti, è arrivata su il messaggero con un articolo “Rieti, Terminillo: Tsm, impianti ai massimi livelli nell’Appennino” https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5367758.html

Ma ancora pare che sia difficile leggere i numeri https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5369342.html

I proponenti del TSM2 continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La ricapitolo sinteticamente, il nuovo comprensorio:

  1. Diviene il primo comprensorio dopo Roccaraso nella stagione 2021/2022, la prima stagione con innevamento artificiale e con impianti ancora non completati. Nella prima stagione 2020/2021 senza nuovi impianti e senza innevamento si limita a fare “solo” 100.000 presenze in più rispetto allo storico (!!)
  2. Raggiunge nella stessa stagione 280.000 presenze e poco meno del 30% di quota del mercato di riferimento (Roccaraso, Campofelice, Ovindoli) partendo da un posizionamento marginale (3/4%)
  3. Distacca, sempre nel 2021/2022 Campofelice di circa 100.000 presenze
  4. Nel 2021 fattura 5 milioni e supera agevolmente sia Campo Felice che Ovindoli

Apprezziamo la grande passione dei proponenti il TSM che permette loro di credere nell’impossibile, per contro  chiedo ai cittadini e alle Istituzioni che si apprestano a concedere contributi pubblici all’iniziativa se si può dar credito a questo racconto.

Auspichiamo che si possa organizzare un confronto pubblico sui numeri e sui dati.

Terminillo Stazione Montana, la fabbrica dei debiti

Il progetto prevede un investimento di 50 milioni di euro. La Regione finanzierebbe a fondo perduto il progetto con un contributo di 20 milioni di euro

Rimane da reperire a carico del Consorzio la maggior parte della copertura 30 milioni di euro.

I proponenti del progetto TSM2 dichiarano che l’iniziativa è in grado di auto finanziarsi

E a sostegno di questa affermazione hanno presentato un piano economico finanziario temerario che se si realizzasse farebbe del Terminillo il leader indiscusso a livello nazionale per crescita e redditività tra le Società gestrici di impianti

Infatti secondo i proponenti nella prima stagione (2021/2022) con nuovi impianti non completati:

  • Raggiunge 280.000 presenze (+240.000 rispetto alle stagioni con presenza di neve)
  • È il primo comprensorio dopo Roccaraso +40% di presenze rispetto sia a Campo Felice che a Ovindoli
  • Fattura 5milioni milioni nel 2021 e supera Campo Felice

Inoltre:

  • Genera nei 5 anni oltre 20 milioni di cassa, quando il problema delle stazioni sciistiche è proprio l’aumento dei debiti per fronteggiare gli investimenti in particolare sull’innevamento programmato
  • A fine piano raggiunge 9 milioni di euro di fatturato uguagliando Roccaraso

Siamo nel campo della Fanta-economia.

L’iniziativa comporta seri rischi finanziari e di default per gli aderenti al Consorzio, generando nel periodo (2020-2030) uno sbilancio finanziario di 40 milioni di euro.

Il progetto nasce con una vocazione alla sopravvivenza di breve periodo all’interno di una filosofia di economia assistita

Il territorio invece ha bisogno di una solida programmazione dello sviluppo, che valorizzi le eccellenze del territorio attraverso una rete di iniziative, piuttosto che puntare su investimenti isolati peraltro concentrati su iniziative fallimentari.

È questa una politica, tra l’altro finanziata da denari pubblici, che non promuove lo sviluppo e genera debito a carico dei cittadini, ma ancor più grave drena e priva il territorio di risorse che andrebbero indirizzate a iniziative in grado di generare valore.

Siamo a Vostra disposizione per un confronto, in qualsiasi sede, basato non su narrazioni irreali e fantasiose ma su analisi e considerazioni rigorose di ordine tecnico.

FridaysForFuture Rieti: “Salviamo insieme il Terminillo e il suo futuro”

“Nato nel 2018 con le proteste di Greta Thunberg, FridayForFuture è un movimento globale pacifico che lotta contro tutte le istituzioni che sembrano non reagire a ciò che la natura ci sta dicendo: l’emergenza climatica soprattutto, il riscaldamento globale, le opere dell’uomo non rispettose della natura, i disastri idrogeologici…

Noi, nel nostro piccolo territorio e con la sigla di FridaysForFuture Rieti, abbiamo aderito a questa battaglia planetaria appoggiando i suoi ideali. Abbiamo inoltre aderito alla petizione apparsa su Change per la difesa del Terminillo, convinti che la nostra montagna abbia un valore ambientale assoluto da trasmettere al futuro, sopra ogni logica di sfruttamento massiccio non rispettoso dell’ambiente. Non crediamo affatto al potenziamento dell’industria turistica legata solo allo sci alpino, non crediamo che questa sia la soluzione per fare del bene al nostro territorio manomettendo per sempre il paesaggio.

Progetto:

il nuovo progetto TSM2 prevede 10 nuovi impianti di risalita oltre ai 7 già esistenti da ammodernare, 7 nastri trasportatori amovibili con cappottina, 37 km di piste di sci alpino a quota inferiore ai 1900 mt eccetto uno nuovo a Sella di Leonessa, 2 bacini di raccolta di acqua per l’innevamento artificiale, 7 nuovi rifugi.

Problema fondi:

per la costruzione del TSM2 sono previsti oltre 50 milioni di euro, se bastano. Attualmente i fondi pubblici disponibili ammontano a circa 20 milioni di euro, in parte già spesi per rifare gli impianti sciistici a Campo Stella a Leonessa. Prima domanda: chi aggiungerà gli oltre  30 MILIONI di euro restanti? Per questa enorme somma di natura pubblica e/o privata di cui parla il businessplan del TSM2 non si sono mai palesati imprenditori disposti a questo investimento. Questo non è una start-up, è un progetto passatista legato ad una visione di sviluppo del secolo passato, nostalgico e fuori tempo. Allora, tutte le condizioni erano diverse, sia sul piano delle precipitazioni nevose, sia sul piano economico e sociale. Quindi si ipotizza che, per completare il TSM2,  i 4 Comuni interessati (Rieti, Micigliano, Cantalice e Leonessa) dovranno accedere a un leasing presso le banche, o ordinario o a tasso agevolato. Ci domandiamo a questo punto: il Covid-19 non ha insegnato niente rispetto alle priorità più urgenti per la popolazione? Si possono indebitare ancora i Comuni già in rosso per un progetto che riguarda sciatori e “criptosciatori” che bisognerà convincere e sottrarre da altre stazioni sciistiche di tutto il Centro Italia sul Terminillo? Quante presenze giornaliere di sciatori bisogna fare per rimettere tutti gli ingenti debiti? Apprendiamo dal progetto che non c’è nessun piano di rientro economico programmato. Si basa sulla scommessa di portare sul Terminillo la quasi totalità degli sciatori del Centro d’Italia, a cominciare dalla prossima stagione sciistica. I sostenitori di TSM2 si esprimono convinti di un rilancio immediato e sempre in crescita, descrivendo una vivacità esuberante di soldi e di attività economiche ad esso correlate, ottimistiche e certe. Noi non ci crediamo per senso di realtà, o buon senso.

Problema innevamento artificiale/scarse precipitazioni:

Oltre a trascinare turisti dovremmo anche far nevicare: ebbene sì, per l’80% attraverso “cannoni sparaneve” che si appoggeranno a due bacini idrici di contenimento. E le temperature diurne degli inverni sempre più miti saranno in grado di mantenere i 30 cm di neve in pista per renderla sciabile? Ma l’acqua? Come è possibile pensare di riuscire a trasportare acqua in due bacini per sparare neve su 37km di piste quando le precipitazioni sono diminuite e siamo in piena grave crisi climatica? In data 18/05/2020 un’ordinanza del Comune di Leonessa recitava:  “Si è registrata una situazione di criticità dell’approvvigionamento idrico nell’area dell’intro ATO 3 – Rieti Lazio Centrale, determinata dalle scarsissime precipitazioni verificatesi nello scorso periodo autunnale ed invernale e destinata a non modificarsi nei prossimi mesi.” Noi siamo molto preoccupati.

Problema biodiversità:

per la costruzione degli impianti di TSM2 dovrebbero essere disboscati 17 ettari di faggete termofile, che vedono la presenza di specie protette, ra cui il Tasso, l’Ilex e l’Agrifoglio.   17 ettari corrispondono a circa 25 campi da calcio e mezzo. Il progetto TSM2 non cataloga specie e habitat potenzialmente in pericolo ma, come ben sappiamo, le specie faunistiche in pericolo sono innumerevoli su tutta l’area del bosco della Vallonina e verso Cantalice: dal lupo agli uccelli, e alle specie prioritarie, soprattutto il potenziale passaggio dell’orso marsicano che è già in via di estinzione. Il TSM2 mette in pericolo la natura, la flora e la fauna, gli  habitat e le specie prioritarie, anche perché non si considera che tutto questo potrebbe avvenire a ridosso di siti “Natura 2000” protetti dall’UE. Siamo indignati che tutto questo non sia da considerarsi di interesse pubblico da proteggere, valorizzare e trasmettere alle generazioni future.

Problema posti di lavoro/turismo

Nella realizzazione del TSM2 sono previsti dai sindacati oltre 4.500 posti di lavoro in conseguenza dell’investimento complessivo di oltre 50 milioni di euro. Indotto per oltre 4500 persone? Per trasformare Terminillo in Courmayeur, mancano sia numeri che soldi, oltre che l’altitudine della montagna e il contesto storico-ambientale! Chi convincerà gli sciatori a percorrere una strada come la Salaria per raggiungere una montagna dove si scia meno di tre mesi l’anno a quote inferiori ai 1900mt con l’80% di innevamento artificiale, con una non favorevole esposizione climatica, interessata ai venti caldi del Tirreno e non dei Balcani? E se il progetto andrà a buon fine, ma la valanga di turisti sciatori e di settimane bianche non ci saranno? Oppure, se finiranno i soldi e si abbandonerà il progetto a metà costruzione, come è accaduto per gli spogliatoi del Campo d’Altura e la piscina che si trovano attualmente abbandonati, cosa ne sarà del turismo a Terminillo? Siamo ironici: non è che il Terminillo diventerà il luogo di un turismo di ecomostri, con altri 7 rifugi da mantenere?

Possibilità di utilizzare i fondi pubblici per modernizzare gli impianti preesistenti e salvaguardare la montagna:

la montagna rappresenta l’ultima avanguardia della biodiversità incontaminata, il posto dove ci sono le risorse più pulite del pianeta (aria, terra, acqua), un luogo dove la natura non dovrebbe essere intaccata e impattata, ma al contrario, salvaguardata il più possibile. La montagna è il polmone che si contrappone allo scempio inquinante che è la città. La montagna è dove ci rifugiamo per vivere comportamenti diversi dalla città.  Detto ciò, perché non investire ciò che resta dei 20 milioni di fondi pubblici per opere di ammodernamento degli impianti preesistenti sul Terminillo? Così facendo si creerebbe un gioiello sciistico a Pian de Valli  adiacente a valli con panorami incontaminati e mozzafiato che sono quelli che conosciamo oggi fino a Sella di Leonessa e oltre.  L’innevamento artificiale sarebbe concentrato in zone più ristrette con minore consumo di energia e spreco di acqua, sarebbe più contenuto e quindi meno costoso il mantenimento in funzione delle attività sciistiche. Si accrescerebbe  l’affluenza turistica destagionalizzata, variando tutte le attività da fare sulla montagna d’estate e d’inverno, ripensando a numerose opere di risanamento delle cattedrali del deserto, migliorando i servizi (la banda larga), favorendo il ripopolamento più stabile dei paesi pedemontani con specifici aiuti per i giovani residenti (incentivi fiscali per nuove cooperative sul Terminillo, aiuti per vere start -up sul Terminillo, con vera innovazione tecnologica unita ai saperi tradizionali).

Chiediamo alla Regione Lazio di prendere in considerazione il presente comunicato, se questo faraonico TSM2 verrà approvato in toto avrà effetti catastrofici per la nostra generazione, per quelle a venire, per il patrimonio di biodiversità e tanto altro.

GIU’ LE MANI DAL TERMINILLO: NO A QUESTO TSM2″

FridaysForFuture Rieti

TSM, svelato il bluff – La Regione Lazio chiede ora integrazioni ad un progetto che non c’è

IL CARTELLO DI 19 ASSOCIAZIONI

WWF Lazio, Club Alpino Italiano GR Lazio, Italia Nostra – Sabina e Reatino, LIPU-Birdlife Italia, FederTrek – Escursionismo  Ambiente, Salviamo l’Orso, ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, Altura Lazio, Mountain Wilderness Lazio, Postribù, Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Pro Natura Lazio, Orso and friends, Natour biowatching, Red Fox – Scuola di Natural Survival e Tracking,  La Lupus in Fabula,  G.U.F.I. Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, GriG Gruppo di Intervento Giuridico.

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Con una notadel 6 Luglio us, l’Area Valutazione Impatto Ambientale (VIA) della Regione Lazio che dovrà rilasciare eventuale parere positivo ha chiesto ai proponenti del TSM2 alcune integrazioni ai materiali di progetto, integrazioni inerenti cinque aspetti che a prima vista non appaiono marginali. Li elenchiamo, affinché tutti sappiano e possano fare le loro considerazioni, mentre i sostenitori del TSM e i sindacati fanno pressing: descrizione dello stato dei luoghi ove sono presenti impianti e piste dismesse; analoga descrizione dei siti ove verranno realizzati i nuovi impianti, al fine di accertarne il grado di antropizzazione; quale sia il destino delle rocce e terre di scavo; rielaborazione dei dati nivologici utilizzando quelli più recenti; progetti dei bacini di raccolta delle acque per l’innevamento artificiale e l’indicazione delle sorgenti da captare per riempirli.

Bene si dirà, in un progetto così controverso (si rammenta, bocciato già due volte) la Regione Lazio vuole assumere una decisione consapevole e ponderata, e quindi ha necessità di conoscere bene le caratteristiche attuative e definitive del progetto.

Ma non è così, e la lettura della nota che danno le Associazioni Ambientaliste è molto differente; riteniamo queste richieste non solo scandalose, ma anche espressive del colpevole e tardivo smarrimento della Regione Lazio.

Veniamo ai fatti. Dopo la sospensione in sede di VIA del TSM1, avvenuta nel 2015, è stato aperto un tavolo tecnico tra Regione Lazio e promotori, tavolo finalizzato a superare le criticità del progetto e che ha lavorato dal 2015 al dicembre 2019, quando con trionfali squilli di tromba il nuovo TSM2 ha iniziato un nuovo iter di approvazione; è stato quindi pubblicato il TSM2, sono state presentate le osservazioni dal cartello delle Associazioni, sono state redatte le Controdeduzioni, scadute lo scorso 5 Giugno.

Sembrerebbe tutto pronto per la decisione finale, ma la recente nota regionale prolunga i giochi – o forse l’agonia – in modo inatteso, e qualche interrogativo è d’obbligo.

Soltanto ora la Regione Lazio si accorge di non conoscere dove e quali siano i vecchi impianti? Solo ora si accorge di non sapere dove verranno realizzati i nuovi impianti? Solo ora si accorge che le terre di scavo hanno incerto destino? Solo ora si accorge che gli studi meteorologici sono fasulli (basati su dati vecchi e presi da altri luoghi)? Solo ora si accorge che il TSM2 non ha considerato gli impatti del nuovo sistema idrico per l’innevamento?

Se è vero, come afferma la nota del 6 Luglio, che nel progetto del TSM2 mancano tutte queste informazioni, su quali basi, ad esempio, la Soprintendenza competente si è espressa positivamente in sede di Conferenza di Servizi dando il proprio nullaosta sul parere paesaggistico? E su quali basi l’Area Urbanistica della Regione Lazio ha dato parere favorevole già il 20 marzo scorso? E, soprattutto, su quali basi i cittadini sono stati invitati ad esprimersi attraverso le osservazioni, atteso che neppure la Regione Lazio – dotata di strutture e competenze tecniche che i cittadini è fisiologico non abbiano – è riuscita a capire lo stato attuale dei luoghi che verranno investiti dal TSM2?

Le considerazioni che le Associazioni traggono da questa ulteriore dimostrazione di superficialità amministrativa sono molto amare e pesanti.

Primo: vi sono strutture della amministrazione pubblica che prendono decisioni senza radicarle nelle normative e nella razionalità tecnica, in assenza di informazioni basilari. Non sta a noi indicare quali siano i criteri altri che informano queste decisioni, ma non possiamo dire di non intuirli.

Secondo: gli unici a conoscere veramente il progetto TSM2 sono le Associazioni Ambientaliste che hanno profuso energia, intelligenza e competenza per evidenziare le incommensurabili falle del TSM2 e dei suoi predecessori; abbiamo letto le carte, abbiamo verificato dati e studi economici, abbiamo esplorato e ponderato la normativa, abbiamo ricercato quello che negli elaborati progettuali era assente oppure sbagliato, siamo stati sui luoghi e ci siamo ben documentati. Quindi sappiamo bene cosa succederà – impatti ambientali devastanti – e cosa non succederà, ovvero che il TSM2 non sarà un’occasione di sviluppo ma un ennesimo modo di sprecare soldi pubblici senza creare né attività sul Terminillo né lavoro.

Terzo: siamo stati praticamente gli unici a presentare osservazioni (molte delle altre sono rituali endorsement), ma a tali osservazioni nessuno ha risposto, poiché le controdeduzioni rese pubbliche sono evasive e parlano d’altro. Comprensibile, sarebbe stato impossibile dimostrare l’indimostrabile, ovvero che il TSM2 è un progetto sostenibile e redditizio in questo periodo storico. Le controdeduzioni sono debolissime ed aprono la strada – lo abbiamo già detto – a ricorsi amministrativi. Ricorsi, va aggiunto, che non riguarderanno solo lo specifico delle (mancate) controdeduzioni, ma cui chiederemo di far luce sui modi in cui i soldi pubblici sono stati spesi (ad esempio vorremmo sapere quante volte e perché sia stato pagato un progetto ripetutamente bocciato; poi chiarire la correttezza o meno delle spese già sostenute per ammodernare impianti, oppure dell’intreccio pubblico-privato alla base del progetto), ma anche quanto sia costato alla collettività un tavolo tecnico regionale che per oltre quattro anni ha impegnato il tempo e le energie (stipendiate) di dirigenti e funzionari, pervenendo all’invidiabile risultato di non sapere ad oggi neppure quali siano i luoghi trasformati dai nuovi impianti e quale sia il loro grado di antropizzazione.

IN DIFESA DEL TERMINILLO RACCOLTE oltre 15.000 FIRME

IL CARTELLO DI 19 ASSOCIAZIONI

WWF Lazio, Club Alpino Italiano GR Lazio, Italia Nostra – Sabina e Reatino, LIPU-Birdlife Italia, FederTrek – Escursionismo  Ambiente, Salviamo l’Orso, ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, Altura Lazio, Mountain Wilderness Lazio, Postribù, Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Pro Natura Lazio, Orso and friends, Natour biowatching, Red Fox – Scuola di Natural Survival e Tracking,  La Lupus in Fabula,  G.U.F.I. Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, GriG Gruppo di Intervento Giuridico.

Rieti 6 luglio 2020

IN DIFESA DEL TERMINILLO RACCOLTE oltre 15.000 FIRME

19 Associazioni consegnano alla Regione Lazio i risultati della petizione

Raccolte in un mese ben oltre 15.000 firme per salvare il Monte Terminillo da un faraonico progetto di ampliamento sciistico quando è ormai un dato certo che nevica sempre meno, si registrano sempre più temperature elevate e il massiccio reatino è più apprezzato da un turismo green attento alla dimensione naturale che custodisce. Lo si vede dai tantissimi turisti che, anche in queste settimane, hanno preferito Il Terminillo come meta per passare le vacanze o il tempo libero all’aria aperta. Dai primi di giugno innumerevoli appassionati e villeggianti hanno preferito il Terminillo ad altre mete dell’Italia Centrale, anche solo per una giornata o un weekend.

E’ tempo di riprogettare la montagna, scrivono le riviste di sport in quota, e avvertono: la crisi climatica sta mettendo in crisi lo sci nelle Prealpi e nelle Alpi stesse. Ma allora: il piccolo massiccio del Monte Terminillo è situato in un altro pianeta ed è caratterizzato da un altro clima? E mentre “Viaggiarenews” intitola “Terminillo, da regina delle nevi a paradiso del trekking” snocciolando tutte le bellezze naturalistiche del monte riscoperto da un turismo estivo, gli stessi nuovi frequentatori del Terminillo si innamorano del valore aggiunto di  scenari mozzafiato mentre si svolgono attività all’aria aperta per tutti e per tutte le età.

Molti si domandano se questo appeal anche emozionale del Terminillo potrà più essere così attrattivo e unico se venisse realzzato il progetto di ampliamento sciistico TSM (Terminillo Stazione Montana). L’esito appare a tutti chiaro: si consegna la montagna alla monocultura dello sci da discesa invadendo la Vallonina e la sua faggeta secolare con nuove funivie per il collegamento tra le valli, grazie e solo perché c’è un finanziamento pubblico di 20 milioni di euro, quando ne servirebbero 50 (e presumibilmente molti di più), da spendere in fretta prima che la neve si sciolga al sole. Questa ingente somma, forse mai caduta ultimamente sulla Montagna del Reatino, è destinata non certo al restyling di una stazione turistica di montagna che versa da tre decenni in progressivo abbandono; ma ad un ambizioso progetto, agli impianti a fune e ai lavori ad esso collegati, a quote e ad esposizioni non certo adatte allo sci di pista.

Cosa rimarrà, dunque, del Terminillo se questo progetto, dannoso e fallimentare in partenza, verrà approvato dalla Regione Lazio? Se lo chiedono i tanti turisti che stanno apprezzando questo contesto naturalistico unico nel suo genere. Se lo chiedono le Associazioni ed i firmatari della petizione uniti nella difesa del Terminillo come luogo simbolo. Cresce il numero delle associazioni che sostengono la contrarietà al progetto, hanno da poco chiesto di far parte del cartello anche “Lupus in Fabula”,  “Gruppo di intervento giuridico onlus” e “Natour biowatching”, oltre alle altre che hanno già aderito come la LIPU.

Di recente una rappresentanza delle 19 associazioni è andata sui luoghi più nevralgici del Terminillo interessati al mega ampliamento, così da osservare direttamente cosa tocca il progetto che molti non conoscono nel merito. Lì hanno strotolato i loro striscioni come testimonianza della forte convinzione del NO: Bosco di Vallonina, Jaccio Crudele, Sella di Leonessa, Valle della Meta, fino ad arrivare agli impianti di Campo Stella e a Sella di Cantalice

La Regione Lazio darà il suo parere presumibilmente a Settembre e in attesa del verdetto finale ci si augura che cresca in molti il buon senso per consegnare con coraggio il Terminillo ad un futuro solido, ad uno sviluppo autenticamente sostenibile da consegnare alle prossime generazioni, ad una sintesi di proposte che facciano vivere la montagna tutto l’anno, ma valorizzando le sue peculiarità, tutelando le sue risorse naturali, riconoscendone la sua vocazione legata al benessere e migliorando l’offerta turistica e dei servizi.

Ci aspettiamo una nuova alba sul Terminillo, con un’economia montana basata sulla solidarietà cooperativa e su una gestione comunitaria dei beni, con forme socialmente innovative di  cooperative di comunità. Come hanno scritto alcuni, le montagne “formate da vecchi e nuovi montanari, produttori e al tempo stesso fruitori di beni e servizi (tra cui la tanto richiesta banda larga in montagna), riescono a rivitalizzare paesi destinati a morire. Anche se non c’è più la montagna di una volta, c’è ancora bisogno di un’economia che faccia vivere la montagna” (cit. Associazione Dislivelli). Un investimento del genere, sull’Appennino, è sconsiderato”, commenta con un sospiro Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana, un climatologo specializzato proprio nello studio di nevi e ghiacci. “Consideriamo, poi, che stiamo parlando di Appennini: è una catena montuosa esposta, il rischio di mancanza di neve cresce, e anche in questo caso parliamo di dati scientifici”. Il CNR l’ha confermato: negli ultimi 5 anni sull’Appennino la neve bisognava cercarla. E sul Terminillo l’anno scorso si è sciato pochissimo, proprio a causa della mancanza di manto nevoso. “Il calo delle precipitazioni e, poi, della durata della neve sono inequivocabili. E’ inutile e dannoso inseguire progetti che nascono già vecchi, fuori dal tempo. Perché hanno bisogno di freddo e di neve, che non ci sono più”, spiega Mercalli. (https://estremeconseguenze.it/2020/06/29/il-terminillo-da-salvare/amp/).

Progetto Terminillo Stazione Montana atto II. Ancora disinformazione e attacchi risibili al cartello ambientalista

“I falsi argomenti usati dal fronte del no” su il Messaggero https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_sci-5282349.html

Vola la petizione, lanciata dal CAI di Leonessa e da tutto il cartello delle Associazioni in difesa del Terminillo, contraria al progetto TSM, inutile e dannoso: in meno di una settimana è arrivata a 10.000 firme. Già bocciato due volte dai valutatori della Regione Lazio, ha assunto il ruolo di “caso limite” di speculazione sulla piccola montagna appenninica diventando un caso di interesse nazionale.

Mentre aumenta il numero di associazioni che chiedono di partecipare alla causa, giunte ad essere 13, si intensifica il processo di disinformazione con attacchi infondati e risibili nei confronti delle ragioni del NOTSM, a riprova che i sostenitori di TSM2 non hanno argomenti, non hanno letto il progetto o lo hanno letto in modo “distratto” fidandosi ciecamente dei pareri entusiastici dell’ente proponente, la Provincia di Rieti, e dei comunicati prodotti da politici, sindacati e diverse, quanto variegate, associazioni di categoria.

Tutto ciò emerge proprio quando i sostenitori del TSM tentano di entrare nel merito, apportando affermazioni totalmente false, ignare della materia o fuorvianti, solo per gettare discredito e inattendibilità  sul cartello ambientalista.

In particolare leggiamo con meraviglia le posizioni risibili del Direttore della Scuola di Sci del Terminillo, Simone Munalli, già consigliere comunale a Rieti per 5 anni con delega per il Terminillo, il quale avrebbe potuto fare molto per equilibrare le diverse posizioni e trovare una sintesi di partenza più condivisa, prima di questa presentazione di un ennesimo progetto sbagliato, il TSM2. Cosa che non è mai accaduta.

Ci riferiamo al recente articolo pubblicato su “Il Messaggero”, a firma di Giacomo Cavoli, dal titolo “I falsi argomenti usati dal fronte del no”. Intervenendo in maniera fantasiosa sul tema dei faggi e sul tema dell’acqua necessaria per l’innevamento artificiale. Mette in bocca agli ambientalisti affermazioni false e confonde le argomentazioni, dimostrando scarsa competenza in materia. Munalli, stando almeno all’articolo suddetto, palesa una lettura distorta e contorta delle Osservazioni che le Associazioni hanno prodotto e inviato alla Regione Lazio in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale.

Confonde, per localizzazione e gravità, il taglio dei 17 ettari della faggeta della Vallonina (per una superficie pari a 7 volte Piazza S. Pietro) con un taglio in corso, con regolare progetto approvato dalla Regione Lazio, nella zona Arca – Micigliano. Il Bosco della Vallonina è riconosciuto dall’Europa come zona di alto pregio da proteggere (ora Zona Speciale di Conservazione) e, se si danneggiasse, si incorrerebbe a una pesante procedura d’infrazione con sanzioni molto salate.

Confonde lucciole per lanterne il maestro di sci, equiparando il taglio massiccio di boschi vetusti e di pregio, per farne ampie piste da sci, con il taglio forestale ordinario di manutenzione del bosco, per di più in altra area del Terminillo che non è la Vallonina. Quei faggi nella Vallonina sono un habitat che ha meritato la tutela in maniera prioritaria dalla Unione Europea. Gli interventi di avviamento ad alto fusto previsti comportano dei tagli, ma sono finalizzati alla conservazione del bosco stesso, non per fare piste di sci. Gli interventi del progetto TSM2 sono tagli a raso ed hanno l’obiettivo di non far nascere più i faggi nell’area tagliata.

Per quanto riguarda l’innevamento artificiale – punto dolente del Progetto TSM poiché ha dei costi esorbitanti e non si capisce ancora chi lo dovrebbe sostenere – Munalli afferma che basterà che piova e che nevichi da fine marzo a fine novembre: i due bacini “di 50 metri cubi d’acqua l’uno” (sic) potranno soddisfare tutte le necessità per la raccolta idrica necessaria all’innevamento programmato, dichiara. A ciò si aggiunge quella del bacino già esistente. Insomma, perché pensare che si dovrà ricorrere a usare quella dell’acquedotto, sottolinea Munalli?

In realtà Munalli pensa che bastino due nuove vasche da cantiere da 50 mc, di cui non ne conosce neanche le reali misure. Il progetto prevede sì 2 bacini ma di ben più ampia dimensione, uno (VALL’ORGANO) da 66.000 mc ed uno (MICIGLIANO-PRATO COMUNE) da 70.000 mc, per un totale di 136.000 mc, che possono essere caricati in 110 giorni, assicurando al massimo 2 interventi di innevamento artificiale l’anno su tutte le superfici del progetto!

Tutto ciò non è sostenibile né tecnicamente, né ambientalmente, né economicamente, né assicurerà al Terminillo un futuro per le prossime generazioni.

Conforta, al contrario, leggere le recenti posizioni in linea con gli orientamenti europei di sostenibilità ambientale integrata e attenzione ecologica da parte del MIBACT. Nell’atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche da realizzare nell’anno 2020 e per il triennio 2020-2022, sul tema turismo si precisa che massima attenzione sarà data “all’attuazione efficace di tutte le misure previste per il settore” purché gli obiettivi del rilancio in Italia del turismo siano raggiunti “tramite una sempre maggiore integrazione tra turismo e patrimonio culturale, allo scopo altresì di valorizzare i borghi, le aree interne, i cammini e gli itinerari culturali”.

Insomma, non è la monocultura dello sci che farà il rilancio del turismo dei territori.