Battuta d’arresto per lo sciagurato progetto Terminillo Stazione Montana. Il Commissario agli Usi Civici dà ragione a Salviamo l’Orso e Balia dal Collare e condanna i Comuni e la TSM s.r.l. al pagamento delle spese processuali

Il 5 agosto scorso il Commissario agli Usi Civici per Lazio, Umbria e Toscana, Dott. Antonio Perinelli, ha deciso la causa demaniale (R.G. 20/2021) originata dall’esposto presentato dall’Associazione Salviamo l’Orso sostenuta dal lavoro del gruppo di attiviste di Balia dal Collare Rieti.

Dopo un iter giudiziario di tre anni il Commissario riconosce la demanialità dei terreni interessati dal progetto TSM2 e ne ordina la reintegrazione alle comunità di Leonessa, Cantalice e Micigliano. Inoltre, censura le amministrazioni comunali per le erronee procedure seguite in passato e fissa dei chiari criteri per i futuri mutamenti di destinazione.

La sentenza condanna i Comuni e la TSM S.r.l. a pagare le spese processuali e di CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) e sarà trasmessa alla Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti.

I Comuni non hanno espletato la procedura ad evidenza pubblica per la concessione delle terre ed hanno fornito “motivazioni insufficienti e stereotipate che non considerano l’impatto ambientale perpetuo degli impianti di funivia non essendovi garanzie di una loro rimozione né di un “reale beneficio” per le comunità”, quando “a causa del notorio cambiamento climatico con innalzamento delle temperature le precipitazioni nevose sull’Appennino sono destinate ad essere sempre minori”.

Il commissario riconosce che l’intera area èdi particolare pregio ambientale e, sostanzialmente, incontaminata” ed avverte che anche i corpi idrici sono di dominio collettivo ai sensi della legge 168/2017.

Salviamo l’Orso da sempre in prima linea nell’opposizione ai progetti di ampliamento dei bacini sciistici dell’Appenino centrale esprime la sua profonda soddisfazione per una sentenza che ristabilisce la legalità sui territori che i Comuni di Leonessa, Cantalice e Micigliano avevano “svenduto” alla TSM s.r.l.

La conferma che parte del progetto ricade su terreni demaniali è una buona notizia e un ottimo auspicio per l’udienza di merito sul ricorso delle associazioni contro l’autorizzazione concessa al TSM dalla Regione Lazio, che il Consiglio di Stato ha fissato al 19 settembre p.v.

I progetti come il TSM o quelli che la Regione Abruzzo prevede con fondi pubblici nel Parco della Majella (Passo Lanciano) e sui Monti Gemelli (TE) sono senza alcuna giustificazione economica, destinati al fallimento e forieri solo di devastazioni ambientali. La politica li usa per sovvenzionare con i nostri soldi la propria “clientela” ed il loro unico risultato è la devastazione del capitale naturale dell’Appennino centrale e l’impoverimento delle comunità locali. Il fallimento dell’idea che lo sci da discesa possa essere oggi in Appennino il volano per lo sviluppo economico di questi territori è sotto gli occhi di tutti ed è evidente anche nell’ultimo ridicolo provvedimento del Governo che destina a fondo perduto 13 milioni di euro per i comprensori sciistici della dorsale appenninica danneggiati dalla mancanza di neve dello scorso inverno, una situazione che ormai si ripete anno dopo anno.

Il gruppo di attiviste della Provincia di Rieti Balia dal Collare, impegnata nella difesa del territorio anche da altre forme di estrattivismo e privatizzazione delle risorse naturali (come quella dell’acqua) si auspica che questa sia la fine di un progetto delirante che ipotizzava innevamenti artificiali, concessioni ad personam, e che ha rappresentato un elemento conflittuale sul territorio. Le narrazioni in favore del progetto TSM2 sono state spesso divisive e tendenziose, volte a creare il “nemico” e a svilire le ragioni di chi vi si opponeva. Per troppi anni esse hanno proposto un’idea di sviluppo economico della montagna anacronistico e dannoso per gli ecosistemi. Le attiviste, alla luce della sentenza, esprimono fiducia nel fatto che le amministrazioni comunali non perseverino nell’assecondare interessi privati minoritari, e che usino infine le risorse economiche pubbliche per una valorizzazione capace di coniugare onestamente lavoro e salvaguardia del territorio alla luce dei cambiamenti climatici.

SALVIAMO L’ORSO OdV e Balia dal Collare – Rieti

Rieti 19 Agosto 2024

Postribù: “Terminillo al verde. Epilogo di un fallimento politico”

fonte: https://www.rietinvetrina.it/postribu-terminillo-al-verde-epilogo-di-un-fallimento-politico/

Per il Terminillo, la stagione sciistica 2023-2024 è terminata ancor prima di cominciare e, come lamentato dagli operatori turistici, i mesi invernali hanno segnato un conseguente drastico declino dal punto di vista economico. Tutto ciò è evidenza di un fallimento di tutta la classe politica di Rieti, che ha perso 30 anni ostinandosi a negare l’evidenza dei cambiamenti climatici, e di quegli imprenditori che hanno fatto di tutto per orientare la politica stessa al “core business” dello sci. La maggior parte dei rappresentanti che ha amministrato Comune capoluogo, Provincia e Regione Lazio ha preferito denigrare quelle associazioni che da decenni propongono incessantemente un nuovo modo di vivere la montagna, un modello, cioè, di sostenibilità ambientale ed economica allo stesso tempo.

“Stiamo valutando la presenza di finanziamenti che possono consentire di creare un’impiantistica alternativa” ha affermato l’assessore al Turismo del Comune di Rieti nell’intervista di ieri (28 gennaio ndr) al TGR Lazio. Cominciare oggi a rincorrere finanziamenti per diversificare l’offerta turistica significa non essersi fatti trovare pronti di fronte ad un cambiamento epocale ma ampiamente prevedibile e previsto da tutta la scienza ufficiale. Comunque, meglio tardi che mai! Ma ci teniamo a precisare che, anche senza finanziamenti, è possibile fare da subito qualcosa!

Basti solo pensare alle tante settimane bianche con le scuole che stanno saltando la programmazione. Perché non riconvertirle in settimane verdi e dare un’opportunità a bambini e adolescenti di conoscere appieno il Terminillo e i monti reatini? Esistono già molte attività che possono essere praticate senza neve, accompagnati da divulgatori esperti che sapranno far apprezzare e rispettare la natura che ci circonda e la sua evoluzione in questi tempi di profondo cambiamento. Se poi ci fosse la possibilità di recuperare parte dei 20 milioni di euro che stanno per essere bruciati per i nuovi impianti sciistici del TSM, ben venga. Sicuramente non mancano le buone pratiche da cui prendere spunto per investire queste risorse. E’ una questione di scelte”.

Così nella nota Postribù

TSM – Non sarà una discutibile sentenza del TAR che renderà utile il Progetto TSM per la società reatina

Con una sentenza frutto di interpretazioni molto azzardate, e che glissa sulla maggior parte dei rilievi fondamentali proposti dai ricorrenti, il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso proposto da sei associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale (CAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Salviamolorso, WWF Italia) nonostante le loro motivazioni fossero solide ed ancorate alla tutela dell’interesse pubblico.

La sentenza è peraltro in palese contrasto con quanto rilevato dal Ministero per la Transizione Ecologica in merito alla incompatibilità del Progetto TSM con la normativa europea di tutela della Rete Natura 2000

Non è certo una bella notizia, ma non sarà neppure il viatico definitivo di un progetto che va contro l’ambiente ed il paesaggio del Terminillo, incapace di interpretarne le potenzialità ma purtroppo suscettibile di ipotecarne il futuro andando contro quello sviluppo sostenibile che le amministrazioni regionale e locali continuano a non mettere al centro della propria azione.

Il ricorso era fondato su aspetti rilevanti quali il devastante impatto ambientale su ambienti protetti a livello comunitario e la violazione delle norme di pianificazione paesaggistica ed urbanistica che ne tutelano  la integrità; ma, come sosteniamo da quando il Progetto TSM ha visto la luce, la sua insostenibilità è anche economica, e non vi sarà nessuna sentenza del TAR che potrà aggirare questo ostacolo.

Ai rilievi sul fallimentare bilancio economico del TSM e sulla fragilità – per non dire inconsistenza – della sua  capacità di produrre sviluppo di alcun tipo, la Regione Lazio non ha mai dato risposte e continua a non darne; questa rinuncia della amministrazione pubblica a valutare la efficacia dei progetti che finanzia si sta purtroppo riproponendo anche nella attuazione del PNRR, che ospita progetti – non certo tutti, ma molti – che si tradurranno in un inutile spreco di risorse pubbliche e che affosseranno lo sviluppo piuttosto che promuoverlo.

Rimaniamo convinti che il Terminillo meriti ben altro, ed i segnali in tal senso sono chiarissimi; lo sci invernale è agonizzante da decenni – e non certo per l’azione degli ambientalisti, come si vorrebbe far credere – mentre il cambiamento climatico rende e renderà sempre più anacronistico il suo rafforzamento a quote basse quali quelle del Terminillo; di converso, le migliaia di persone che hanno frequentato il Terminillo durante la pandemia (e che continuano a farlo) sono testimoni della attrattività delle forme di fruizione basate sulla Natura, sul trekking multistagionale, su una pluralità di pratiche sportive e ricreative, sulla ospitalità diffusa e sulla qualità delle  produzioni locali, tutti aspetti che il TSM ignora puntando esclusivamente a realizzazioni infrastrutturali che aggiungeranno relitti a quelli già presenti sul Terminillo.

Questa sentenza del TAR non metterà quindi la parola fine ad una visione diversa del futuro del Terminillo, visione interprete di uno sviluppo sostenibile e che – in nome delle generazioni future – vedrà ulteriormente incrementare il nostro consapevole impegno nel concretizzarla.

7.6.2022

Le associazioni: Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Italiano Sez. Leonessa, Italia Nostra – Sabina e Reatino, Salviamo il Paesaggio – Lazio  e Rieti, FederTrek – Escursionismo  Ambiente, Salviamo l’Orso,  Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Postribù, WWF Lazio, Balia dal Collare

TSM, aperta la caccia al capro espiatorio

L’iniziativa della ProLoco Terminillo di promuovere azioni legali collettive contro “non ben identificati soggetti e associazioni ambientaliste sedicenti tali”, accusate di aver danneggiato irrimediabilmente l’opera di sviluppo del tessuto economico e sociale del Monte Terminillo, si configura come un estremo tentativo di dare una risposta alla comprensibile e crescente frustrazione degli operatori del Terminillo che hanno assistito impotenti alla progressiva dissoluzione della stazione sciistica. Un tentativo di costruire un alibi da poter usare in piazza con chi torna nel comprensorio per le feste e che si interroga sui tanti proclami di vittoria del passato, che si son persi nel vento.

La ProLoco del Terminillo pare determinata ad “individuare qualsiasi azione necessaria, a contrastare chi si oppone al progetto di rilancio TSM2, non escludendo in ultima istanza, anche le vie legali”. Il Cartello delle Associazioni NOTSM è al fianco della ProLoco Terminillo per individuare le reali cause di un degrado che dura ormai da decine d’anni, perseguendo il ripristino della legalità in una vicenda che presenta molti aspetti ancora da chiarire e su cui è necessario fare luce.

Il TSM si è incagliato su aspetti tecnici che le Associazioni NOTSM hanno solo evidenziato nelle sedi preposte, nei modi e nei termini consentiti dalla legge. Nel ricorso al TAR le Associazioni hanno chiesto una verifica riguardo la tutela ambientale che doveva essere garantita nei siti Natura 2000, su cui la Regione Lazio ha emesso un parere talmente discutibile che lo stesso Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE) ha consigliato alla Regione di tornare sui suoi passi in autotutela. Riguardo gli Usi Civici, la superficialità dei proponenti ha fatto dimenticare le autorizzazioni fondamentali che sono alla base di qualsiasi progetto e che, se confermate, porterebbero il TSM all’anno zero, tutto da rifare. Si è arrivati al punto che anche la Regione, pur volendo, non può risolvere una grana di tale portata. Anche riguardo la ricerca di fondi da affiancare a quelli della Regione Lazio si scontra contro la dura realtà di un progetto insostenibile dal punto di vista economico.

Prendendo coscienza degli scogli su cui si è fermato il TSM, la ProLoco Terminillo avrà tutto il supporto delle Associazioni per porre le giuste domande a chi finora ha avuto il timone di un progetto, pensato per la riqualificazione del comprensorio del Terminillo, che, dopo aver attinto risorse da un contributo della Regione Lazio, si è perso in svariate versioni di progetti e consulenze, incagliandosi su problemi generati da questi stessi. In questo contesto Leonessa, con procedure ed effetti sul bilancio comunale ancora da verificare, non ha aspettato l’approvazione del TSM anticipando le spese per riqualificare gli impianti già esistenti di Campo Stella, mentre il Terminillo stava alla finestra.

Le Associazioni sono disponibili ad aiutare la ProLoco a correggere il tiro del dito che ha puntato su chi si oppone nella totale legalità, per dirigerlo verso chi cerca di nascondere un fallimento annunciato che sta ricadendo sul tessuto economico e sociale del Monte Terminillo.

TSM – ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI, NO A INTERVENTO CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Alcune associazioni nazionali del Comitato #NOTSM2, con alcuni privati cittadini, hanno presentato in data 03/11/2021 una segnalazione alla Corte dei Conti per chiedere una verifica sull’inefficienza dei meccanismi che sovraintendono la spesa e il conseguente spreco di denaro pubblico. In questa fase di ripresa della spesa pubblica post pandemia per la PA è fondamentale potenziare gli strumenti di valutazione dei progetti di investimento per selezionare iniziative che abbiano un alto impatto sulla crescita, elevati moltiplicatori del PIL e coerenza con la “nuova” filosofia Europea di conservazione e arricchimento del Patrimonio Naturale.

Il TSM2 e le decine di progetti che sono proliferati per la creazione e per l’ampliamento di impianti di risalita dello sci rappresentano tutto quello che non bisogna fare: sono iniziative all’interno di un mercato in declino, non remunerano gli investimenti, hanno gestioni deficitarie che richiedono continue erogazioni di contributi pubblici, dilapidano parti importanti del Patrimonio Naturale, valori e asset economici da preservare. Si tratta di perdita di ecosistemi che sostengono le attività umane, oggi quanto mai da preservare per contrastare la crisi ambientale, utili per le generazioni future.


La vicenda del TSM2 evidenzia come le amministrazioni pubbliche spesso mettano in campo strumenti di programmazione economica inadeguati e soprattutto non procedano alla valutazione economico finanziaria delle iniziative. La comunicazione dimostra in modo analitico la conclamata inconsistenza del Piano Economico presentato dalla Provincia di Rieti e denuncia il comportamento della Regione Lazio che ha ignorato totalmente l’aspetto economico dell’iniziativa, oltre l’approssimazione che ha caratterizzato il processo istruttorio, come dimostrano le censure da parte di una Direzione della stessa Regione e del Ministero della Transizione Ecologica che hanno, di fatto, bloccato l’iter autorizzativo.


In questo scenario e in mancanza di investitori privati, l’eventuale esito positivo dell’istruttoria pendente presso la Cassa Depositi e Prestiti per la sottoscrizione di un accordo di partenariato, rappresenterebbe un pesante precedente rispetto alle numerose fallimentari iniziative simili al TSM2, presenti sul territorio nazionale.

Una spesa pubblica erogata inconsapevolmente e non sostenuta da una corretta logica economica è un fattore distorsivo della concorrenza, discriminatorio nei confronti dei singoli operatori nonché della distribuzione del reddito tra territori, oltre a rappresentare un formidabile moltiplicatore di sprechi.

COMUNICATO

RELAZIONE

Leonessa – Terminillo: i soldi per la messa in sicurezza della strada SP10 (panoramica) ci sono, ma nessuno lo sa

Foto: Uniti per Leonessa ©

È andato in onda l’ulteriore atto, temiamo non sia l’ultimo, della deprimente rappresentazione della scarsa capacità della nostra classe politica locale a tutti i livelli.

C’è chi organizza sit-in e c’è chi come il Presidente della provincia di Rieti afferma che i soldi ci sono sì, ma non si possono spendere, perché bisogna attendere la progettazione esecutiva del TSM2.

IL TSM2 non prevede la messa in sicurezza della strada, pertanto non c’è nessun nesso tra messa in sicurezza e avanzamento del TSM2.

In realtà i soldi per la strada ci sono e sono ricompresi nell’ordinanza n. 64 del 6 settembre 2018 firmata dal Commissario Straordinario del Governo Ricostruzione Sisma 2016, e la cosa incredibile è che la Provincia, nell’ambito dell’iter del progetto del TSM2, ha affermato in documenti ufficiali di essere a conoscenza dell’esistenza di tali fondi e che saranno quelli usati per garantire la messa in sicurezza di cui beneficerà il TSM

Peraltro, al riguardo, il presidente della provincia dovrebbe spiegare come, in assenza della progettazione esecutiva del TSM2, si siano potuti invece erogare quasi 8 milioni per realizzare tra l’altro i due impianti di risalita di Leonessa.

Sono trascorsi tre anni e i soldi giacciono tranquilli in attesa di essere spesi. Invece di lanciare grida di dolore e organizzare sit-in di protesta sarebbe stato più produttivo mettere in atto tutte quelle azioni che probabilmente avrebbero portato a soluzione il problema, tempo ce n’era.

Magari questo territorio si merita una classe dirigente con maggiore competenza e attenzione, per non dimenticarsi di avere a disposizione le risorse per risolvere i problemi del territorio.

Il TSM inciampa sugli Usi Civici

In data 20 marzo 2021 il presidente della Provincia di Rieti, Mariano Calisse, in un’intervista rilasciata per il Messaggero, aveva reso pubblico che la Provincia di Rieti era pronta a chiudere la Conferenza dei Servizi per procedere con il completamento dell’iter di approvazione del progetto TSM2. In particolare aveva fatto riferimento alla necessità di “limare” la questione relativa agli Usi Civici e all’ottenimento delle relative autorizzazioni al mutamento di destinazione d’uso dei terreni interessati dalla realizzazione degli impianti. 

E’ notizia di poche ore fa che la Direzione Regionale Agricoltura della Filiera e della Cultura del Cibo Caccia e Pesca – Area “Legislativa e Usi Civici” ha risposto al sollecito fatto dalla Provincia – che chiedeva il rilascio delle autorizzazioni entro il 5 aprile – che tale richiesta è “priva di riscontro giuridico procedurale”.

Nel 2017 il quadro normativo e giurisprudenziale è totalmente mutato, per effetto della legge 168/2017 e della sentenza della Corte costituzionale 113/2018, portando alla condizione per cui all’autorizzazione al mutamento di destinazione d’uso del dominio collettivo (usi civici) concorrano anche le Soprintendenze e il Ministero della Cultura.

La Direzione Regionale deputata agli Usi Civici rileva pertanto l’inadeguatezza della procedura adottata ed il mancato coinvolgimento di tutti gli enti competenti in materia, sollecitando un incontro con il RUP della Provincia di Rieti per la Conferenza dei Servizi “al fine di chiarire le questioni sopra evidenziate e concordare modalità operative condivise”. Questioni non di poco conto, in quanto l’autorizzazione del mutamento alla destinazione d’uso dei beni collettivi, rappresenta un presupposto all’apertura della Conferenza dei Servizi, invalidando tutti i pareri e le autorizzazioni già emesse tra cui troviamo anche il parere di compatibilità ambientale della VIA e della VINCA.

Se non viene sciolto questo nodo, andrebbero a mancare le fondamenta del progetto, ovvero la possibilità di intervenire su una buona porzione delle aree interessate dagli interventi, in particolare il collegamento nella Vallonina. Il TSM si sta configurando come un progetto mandato in autorizzazione senza avere la disponibilità delle aree di intervento, come se un privato avesse presentato il progetto di una casa su un terreno non suo.

Grazie alla approfondita analisi condotta dai componenti della Balia dal Collare per portare alla luce tali carenze, con il supporto dell’associazione Salviamo l’Orso e insieme all’intero cartello delle associazioni NOTSM, possiamo dire che finalmente le argomentazioni proposte in merito ad irregolarità nel processo di autorizzazione del TSM hanno trovato riscontro.

Questo è avvenuto nonostante molte volte siamo stati additati come persone che parlavano senza cognizione di causa e senza conoscere il territorio. I fatti dimostrano esattamente il contrario e pretendiamo che vengano rispettate le corrette procedure che tengano conto della legalità e della trasparenza amministrativa.

Balia Dal Collare

Salviamo L’Orso

Associazioni #NoTSM

Il lamento del ghiacciaio: viaggio sul massiccio del Monte Bianco dove le rocce si sgretolano e il ghiaccio diventa acqua

“Nel 1979 venivamo qui per fare palestra di ghiaccio, oggi invece si vedono le rocce”. Luca Argentero, guida alpina di Courmayeur, racconta con un po’ di malinconia un passato neanche troppo lontano. Siamo al ghiacciaio Lex Blanche, in val Veny, una delle valli laterali del Monte Bianco, sul versante italiano. Un fenomeno, quello del ritiro dei ghiacciai, che riguarda l’intero massiccio ed è particolarmente evidente anche in val Ferret. Il suono dell’acqua, il suo scorrere lento ma continuo, quelle rocce fino a pochi anni fa ricoperte di ghiaccio ed ora ben visibili: sono queste le immagini principali che restituisce un viaggio sul gigante delle Alpi. Ma non è certo solo una questione sentimentale. “Il ritiro dei ghiacciai, le temperature più elevate – racconta Mario Ravello, guida alpina e geologo – , sono fattori che incidono anche nella stabilità della massa rocciosa rendendo oggi la montagna più pericolosa”. E ciò che vediamo oggi potrebbe ancora peggiorare. “L’effetto sui ghiacciai delle condizioni climatiche attuali – continua Ravello -, con estati calde e inverni poco nevosi, si vedranno tra una quindicina d’anni”.

di Ilaria Blangetti e Francesco Doglio

TSM2: UNA VERNICIATA DI VERDE – FACT CHECKING

In questi giorni si cerca di fare ampio uso di vernice verde per abbellire il TSM, in molti festeggiano una VINCA come se fosse una vittoria, ma presenta il taglio del nuovo impianto di Sella di Cantalice e forti prescrizioni sul resto.

Rispondiamo si seguito a questi maldestri tentativi apparsi sui social.

LE ANTROPIZZAZIONI:

Strada provinciale turistica del terminillo collega Pian de Valli a Campo Stella, in inverno la strada è sempre chiusa e il collegamento avverra’ con piste ed impianti a fune realizzati grazie all approvzione di tsm2.

Strada provinciale: Strada storica che collega Leonessa con Rieti. La strada viene chiusa d’inverno perché non ha visto interventi di manutenzione da tempo. Per questo stesso motivo la strada ha raggiunto un equilibrio con la foresta che la circonda in termini di copertura vegetazionale della volta della faggeta. Gli interventi andranno a rompere questo importante equilibrio.

“Elettrodotto di media tensione che da pian de Valli arriva a fonte nova alta, viene interrato lungo la strada, lasciando libero il territorio che RIUTILIZZIAMO realizzando piste e impianti di Tsm2 nel sedime.”

L’elettrodotto interessa solo 300 m di Faggeta sull’estensione lineare (non considerando le molteplici curve) di 3.600 m di interventi nella Faggeta Vallonina e sui quei 300 m sarà realizzato comunque un impianto a fune, annullando il beneficio dell’interramento, andando comunque a contrastare i livelli di tutela della ZPS considerando i cantieri, la fase di esercizio e la manutenzione.

“Vari impianti di risalita obsoleti, posti nelle zone dei cinque confini , monte terminilluccio, monte terminilletto, Cardito, Fonte Nova, Campo Stella, Monte Tilia, sella leonessa, verranno rimossi e le aree RISANATE.

GLI IMPIANTI SONO: conetto, prato fiorito, anello, parti della est, parti di colle scampetti, Sebastiani, fonte nova, campo scuola, nord, parti della colle di mezzo, sciovia monte tilia e manovia monte tilia, e parti di vecchi impianti dislocati dappertutto.”

Impianti non rimossi a fine vita il cui onere di “smaltimento” è da attribuire ai vecchi proprietari così come il degrado paesaggistico. Sono comunque residui ferrosi ormai riconquistati dalla vegetazione che verranno rimossi garantendo nuovi interventi in aree prive di impianti che non potranno che avere un impatto estremamente maggiore di quanto si andrà a togliere, anche perché molti non sono posti in Faggeta. Non considerando che Conetto, Cardito nord e, in parte, Prato fiorito saranno ricostruiti accanto ai vecchi impianti.

“Manufatti edili, lungo tutta la Vallonina, LOTTIZZAZIONE DI FONTE NOVA con ostelli, albergo, campi da tennis, calcetto, un alberghetto, residences, varie ville, strade di lottizzazione, urbanizzazioni prioritarie, ecc.”

Aree poco frequentate e concentrate spazialmente (costruite quando la tutela non era sufficiente), in equilibrio con la foresta che la circonda in termini di copertura vegetazionale della volta della faggeta (facile da verificare attraverso Google Earth). In Vallonina tra quota 1500 metri e la Sella di Leonessa (a 1900 metri) non sono presenti edifici. Le previsioni di fantamigliaia di frequentatori romperanno il suddetto equilibrio

“Pista di sci di fondo in tutta la Vallonina, valle della meta e le scangive per diversi chilometri.”

Attività che non prevedono rimodellamento del suolo e variazione della copertura della faggeta, ma si adattano al contesto naturale.

“20 fasce e tagliate dove hanno impiantato le teleferiche per esbosco e sono ben visibili sul luogo e da Google Heart.”

Interventi regolarmente autorizzati nella sicurezza del veloce recupero della funzionalità ecologica. Una perturbazione ecologica non può diventare la scusa per peggiorare la situazione.

“Opere di jaccio, paravalanghe e paramassi,”

Opere, queste si, di rilevante interesse pubblico per garantire la sicurezza della strada

“Strade forestali, stradine di servizio all elettrodotto, all’ acquedotto, ecc.ecc.ecc.”

Opere, queste si, di rilevante interesse pubblico per garantire la sicurezza della strada. Interventi di lieve entità e utilizzati solo per manutenzione ed emergenze.

“Sulla zona di prato comune i residences Rialto 1 e 2, ex area arca con manufatti in degrado, rifugio e fontanile comunale, opere dell acquedotto, rifugio Sebastiani, varie strade di accesso ai pali e tralicci elettrodotto, vecchie scarpate mai rinverdite, 12 cabine elettriche, strada per monte elefante con tanto di sbarra, strada per micigliano con tanto di sbarra, strada per monte porcini e maiolica con tanto di sbarra, infinite aree parcheggio da la malga a fonte della pietra.”

Nessuno di questi interventi interessa il Bosco della Vallonina. Quelli citati si annoverano tra gli scempi del passato

“Antropizzazione evidenti, chiunque le vede, la verità salta agli OCCHI. TSM2 È STATO ELABORATO NEL RISPETTO DELLA norma del DM (Pecoraro Scanio) del 17 ottobre del 2007 art 5 lettera M, RICHIAMATA IN QUESTI GIORNI DA TUTTI gli oppositori.”

La verniciata di VERDE non soddisfa gli OCCHI quando comunque dovrebbe soddisfare la MENTE, così come non soddisfa la coerenza con la norma palesemente elusa.

“Essendo la zona antropizzata disturbi ulteriori non ce ne sono, per cui il progetto è semplicemente a norma di legge e corretto. Ad maiora”

Chiunque capirebbe che se creo un collegamento ove ora non c’è, e che questo collegamento sarà utilizzato dai fantamilioni di sciatori, promessi dai proponenti, di disturbi ce ne saranno, eccome.

Inoltre, il tanto decantato RIMBOSCHIMENTO, definito da qualcuno come “prendo gli alberi e li ripianto da un’altra parte” viene realizzato con la messa a dimora di piante giovani, che ricostituiranno il valore ecologico perso tra decenni.

SALVIAMO IL BOSCO DELLA VALLONINA ANCHE DALLE FAKE NEWS

Fonte: https://www.facebook.com/fabio.orlandiarchitetto/posts/3651148321642342 (14/01/2021 00:13)